LA STORIA DEL PRESEPE
Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la
Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire
dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso,
mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù, come riporta Luca, "in
una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7);
dell'annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella per
adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re.
Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei
paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo,
dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità
dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del
III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e
di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai
quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e
Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi
dei quali si va arricchendo l'originale iconografia.
Rappresentazione del Presepe 2006
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